Storia


La casa, costruita negli anni '30 da due formidabili sorelle, appartiene a una giovane architetto che l'ha ristrutturata valorizzando i dettagli salienti delle costruzioni di quegli anni.  
Al piano terra c'è lo studio di architettura e al primo le camere destinate al B&B.

Verrete accolti con simpatia da Sara e dalle amiche come Sonia che frequentano la casa e lo studio.
Non conoscerete Ernesta, che è stata la prima abitante della casa, ma tutto quello che troverete qui sarà un po' come se fosse stato seminato da lei: prima di tutto il Glicine.














La ristrutturazione di questo villino costruito nel 1930 a Civitanova Marche punta ad eliminare le tracce dei progressivi rimaneggiamenti del secondo ‘900 e riportare in evidenza tutti gli elementi architettonici originali, in particolare quelli in cui è riconoscibile il segno impercettibile del modernismo - ricerca di forma e assoluta assenza di decorazione - che differenzia questa abitazione dalla maggiore ordinarietà degli edifici coevi della zona.

Il consolidamento, dalle fondazioni al rifacimento del tetto, è stato concepito nel rispetto di alcuni elementi come la scala interna in graniglia, della quale sono stati restaurati anche i corrimano originali, e la configurazione del tetto, per mantenere la quale è stato studiato un sistema costruttivo di diagonali in acciaio connesse alla struttura in rovere con particolari nodi realizzati su disegno. I principali solai interni sono stati consolidati con due grandi telai in acciaio bullonati alle murature e lasciati a vista: verniciati di bianco, in essi è integrato uno dei sistemi di illuminazione.

La distribuzione interna è stata ridotta all’essenziale, rifunzionalizzando la zona giorno con due grandi passaggi a tutta altezza e un camino bifacciale inserito in una parete attrezzata con televisore a scomparsa, grazie a un pannello apribile che funge anche da separè dalla zona ingresso, mentre la cucina è aperta sul giardino restrostante con una grande finestra.

I materiali e le dotazioni sono essenziali: gres color burro in maxiformato, tempera bianca, assenza di battiscopa, travi di consolidamento a vista, placche inox Eclettis per interruttori e prese, un unico sistema di illuminazione a parete per tutta la casa, arredi minimali o di recupero di colore bianco o nero, scala in graniglia originale, i quattro bagni in tono su tono o bianco e nero.

Con un budget limitato e quasi totalmente destinato al consolidamento strutturale, è stato comunque possibile raggiungere l’obiettivo di ricreare l’atmosfera tenue e quasi incolore di un interno modernista. Alle pareti sono esposte le opere di un artista contemporaneo armeno.